Certi giorni immagino come sarebbe vivere in un mondo postapocalittico, radioattivo, cibernetico, fantascientifico, distopico, a tratti schizzofrenico:
sfrecciare su bolidi truccati, strafatti di mescalina e di adrenalina, duellare all'ultimo sangue per conquistare l'ultima goccia di benzina, svegliarsi ogni giorno e non sapere se sarà l'ultima mattina.
Far esplodere i nemici con la sola pressione delle dita,
vagare senza meta alla ricerca di una possibile via di uscita.
Vivere alla giornata, in cerca di cibo non scaduto e acqua non contaminata.
Venire braccati notte e giorno da orde di non morti, fameliche di cervello, essere costantemente spiati e schedati dal grande fratello.
Dormire in cunicoli sotterranei e venire spolpati da qualche creatura mutante, innamorarsi di qualche replicante dal fisico prestante o farsi soffiare il lavoro da qualche automa senziente.
Rischiare in ogni istante di farsi contagiare da qualche pandemia mortale e venire spazzati via da qualche singolare intelligenza artificiale o da una guerra termonucleare globale.
In un mondo autodistrutto, degenerato e collassato:
in cui ogni essere vivente viene clonato e catalogato,
in cui il pensiero è uniformato e standardizzato,
in cui vige la legge del più forte,
in cui si sfida costantemente la sorte,
e si guarda in faccia la morte,
in cui la vita è appesa a un filo
e ognuno segue il proprio cammino
cercando di riscrive il proprio destino...
Bisogna cercare ad ogni costo di restare umani, non smettere di ragionare e soprattutto di amare.
In un mondo in cui non si scrivono più poesie ne canzoni...
In un mondo in cui non si scrivono più poesie ne canzoni...
Un mondo senza sentimenti
né emozioni
né emozioni
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